Rischio Rumore
Il termine Rumore è sinonimo di suono, si usa soprattutto per suoni giudicati non musicali che risultano sgradevoli, fastidiosi, molesti, o addirittura dannosi.
L’esposizione al Rumore è considerato un Rischio, perché può produrre nell’uomo effetti sgradevoli e nocivi, quali:
Traumi all’udito: il rumore può provocare la distruzione di alcune cellule, da cui deriva una perdita progressiva dell’udito. Come risultato, nei casi più gravi di traumi all’udito, può sopraggiungere la sordità.
Organi di senso: il rumore può agire negativamente provocando anche vertigini e nausee.
Fisiologici: i principali effetti dell’esposizione al rumore possono essere:
Psicologici: la conseguenza più comune dell’esposizione al rumore può essere l’insorgenza di sentimenti negativi quali:
Altri effetti, più gravi, possono essere rappresentati da:
Il Rumore è costituito da diversi componenti quali:
Il Rumore può essere:
Costante: in questo caso il rumore ha una durata maggiore di 1 secondo. Il Rumore è caratterizzato da una differenza fra il massimo e il minimo del Livello di Pressione sonora ponderato (A) minore di 3 dB(A). Quindi, le macchine ad asportazione di truciolo producono rumore costante.
Ciclico: in questo caso il rumore si ripete sempre con le stesse caratteristiche. Il rumore è ad intervalli di tempo uguali e maggiori del secondo. Quindi, le macchine a moto alternativo, ma anche le lavorazioni di laminazione producono rumore ciclico.
Fluttuante: in questo caso il rumore ha durata maggiore di 1 s e con variabilità del Livello di Pressione sonora ponderato (A) maggiore di 3 dB(A). Quindi, le motoseghe, ma anche il passaggio di automobili producono rumore fluttuante.
Impulsivo: in questo caso il rumore è caratterizzato da una ripida crescita e da un rapido decadimento del livello sonoro. Il rumore ciclico ha una durata minore o uguale ad 1 secondo, ed è generalmente ripetuto ad intervalli. Quindi, le lavorazioni di martello, ma anche le esplosioni producono rumore impulsivo.
1. Nell’ambito della valutazione dei Rischi, il datore di lavoro valuta tutti i rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici, perché dovrà identificare e adottare le opportune misure di prevenzione e di protezione, con particolare riferimento alle norme di buona tecnica nonché di buone prassi.
2. La valutazione dei rischi derivanti da esposizioni ad agenti fisici è programmata ed effettuata con cadenza almeno quadriennale, da personale qualificato del servizio di prevenzione e protezione in possesso di specifiche conoscenze in materia. La valutazione dei rischi è aggiornata ogni qual volta si verifichino mutamenti, perché tali mutamenti potrebbero renderla obsoleta. I dati ottenuti dalla valutazione, misurazione e calcolo dei livelli di esposizione costituiscono parte integrante del documento di valutazione del rischio.
3. Il datore di lavoro nella valutazione dei rischi precisa quali misure di prevenzione nonché di protezione devono essere adottate. La valutazione dei rischi da esposizione ad agenti fisici è riportata sul documento di valutazione dei Rischi altrimenti sono previste sanzioni penali ed amministrative. Concludendo la valutazione può includere una giustificazione del datore di lavoro secondo cui la natura e l’entità dei rischi non rendono necessaria una valutazione dei rischi più dettagliata.
Un Tecnico sarà a tua disposizione
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